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CINEMA

Vie traverse per risolvere l'irrisolvibile (parte seconda)
Prosegue il viaggio guidato da Anna Cassarino nel mondo del cinema con una seconda selezione di pellicole che impiegano "vie traverse per risolvere l'irrisolvibile", primo dei quattro temi proposti per aiutare a capire meglio l'animo umano attraverso la settima arte.
           

QUALCOSA DI STRAORDINARIO (Ken Kwapis, 2012) Ispirato a una storia vera accaduta nel 1988, il film si svolge nell'Artico, dove tre balene sono intrappolate dai ghiacci e rischiano di morire. Oltre ad essere avvincente e a mostrare gli effetti del gelo estremo su uomini, cose e animali, il film è una lezione su come ottenere scelte etiche anche da chi non ne è minimamente attratto.
Tentare di "convertire", soprattutto in tempi brevi, è irrealizzabile. Occorre saper vedere il punto di vista altrui, per riuscire a convincerlo seguendo le strade che egli è in grado di capire. Nel film, la vicinanza di varie persone dalla forte personalità crea circostanze favorevoli a questa ottica, effettivamente difficile.

IL MERCANTE DI VENEZIA (Michael Radford, 2004) Il film propone il celebre dramma di Shakespeare, gran conoscitore dell'animo umano. Si svolge a Venezia, dove un armatore, per aiutare un amico, si indebita con un usuraio ebreo accettando condizioni terribili. E' infatti convinto di poter onorare il debito, viste le ricchezze di cui dispone. Un improvviso rovescio della fortuna lo costringe, però, a rispondere del proprio impegno, che lo porta in tribunale. L'usuraio Shylock (interpretato da Al Pacino) sembra riuscire ad ottenere la sua vendetta contro chi l'aveva disprezzato. La conoscenza profonda della legge, il punto di vista originale, il grande acume e la calma encomiabile di una donna, però, riescono a ribaltare la situazione.
In questa vicenda si può constatare che non basta affatto il rispetto della legge per dare giustizia. Occorre sempre tenere presente che, se non c'è elasticità mentale, cuore e intelligenza, anche la migliore legge può portare all'ingiustizia. Anche i fatti di contorno sono molto interessanti ed il film vale davvero la pena di essere visto. L'umanità mostra qui il meglio ed il peggio di sé.

AMAZING GRACE (Michael Apted, 2006) Il film racconta la storia vera di Lord William Wilberforce (1759 - 1833, interpretato da Ioan Gruffudd), parlamentare inglese che nel 1807, dopo vent'anni di incessante lotta, era riuscito ad ottenere l'abolizione della tratta degli schiavi e, ventisei anni dopo, nel 1833, anche la soppressione della schiavitù.
La sua opera per ottenere questo risultato era stata utile nei confronti dell'opinione pubblica e di alcuni parlamentari, ma si era sempre scontrata con il muro invalicabile dell'ipocrisia dei più, che pur dichiarandosi moralmente a favore dell'abolizione del commercio schiavista, affermavano che, se fosse cessato, l'economia inglese sarebbe crollata, in mancanza del lucro che ne derivava. Il guadagno era basato sul commercio di uomini ma anche sullo sfruttamento del loro lavoro nelle piantagioni di zucchero oltremare.
In quei tempi, le navi francesi che trasportavano gli schiavi battevano bandiera americana, così da essere considerate neutrali nei confronti delle altre nazioni europee e non essere assalite dalle navi corsare, vale a dire la pirateria autorizzata dalla propria nazione contro una avversaria. Gli abolizionisti, che inutilmente avevano lottato per far cessare il vergognoso commercio, hanno allora usato lo stratagemma di far approvare una legge che dichiarasse sottoposte a sequestro le navi francesi che usavano la bandiera americana. Dato che la stessa bandiera era usata anche dagli inglesi, la legge sortì il medesimo effetto su di loro, per evitare di trovarsi nel continuo pericolo degli assalti corsari francesi. Questo espediente aveva fatto cessare di colpo la convenienza della tratta e dunque tutto il parlamento poteva fare la bella figura di abolire il commercio schiavista. Naturalmente, il temuto crollo economico non avvenne.
Ecco un esempio di come l'astuzia sia necessaria per vincere l'ipocrisia, aggirando un ostacolo che il confronto diretto non riesce a vincere. Essere onesti non deve significare essere ingenui.

SOMMERSBY (Jon Amiel, 1993) Interpretato da Richard Gere e Jody Foster, è una storia che tratta l'effetto potente del cambiamento di ruolo sulle persone, sul modo in cui si vedono e vengono viste. Inoltre è posto in evidenza quanto le risorse insufficienti di un singolo, se messe in comune con quelle altrettanto scarse degli altri, possono diventare un capitale che risolleva le sorti di tutti.
Riprendendo una storia vera già diventata film in Francia nel 1981 (Il ritorno di Martin Guerre), questo film è invece ambientato in America, in seguito alla guerra di secessione, dal giorno in cui un militare torna dalla guerra dopo sei anni, quando tutti lo credevano ormai morto. Ha ancora una casa ed i terreni, ma niente più soldi o beni mobili. Gli rimane il prestigio di uomo spregiudicato, un figlio e la moglie. Lei lo accoglie con una certa freddezza, dato che i loro rapporti all'inizio della guerra erano molto compromessi, a causa del comportamento arrogante e impietoso dell'uomo. Sembra, però, cambiato in meglio e i due si riavvicinano, nonostante la donna avesse un corteggiatore che l'aveva molto aiutata nel momento della necessità. L'uomo sembra davvero cambiato, e c'è chi afferma sia in realtà un sosia del vero Sommersby. Il nuovo ruolo, però, riunisce le qualità di entrambi, facendogli guadagnare l'amore e la stima incondizionata di tutti. A questo, l'uomo non vorrà rinunciare a nessun costo, nonostante il prezzo estremo da pagare.

A completare la selezione delle pellicole che affrontano la tematica "vie traverse per risolvere l'irrisolvibile", segnalo anche: AMISTAD (Steven Spielberg, 1997), PATCH ADAMS (Tom Shadyac, 1998), COSA PIOVE DAL CIELO (Sebastian Borentsztein, 2011), INVICTUS (Clint Eastwood, 2009), DIVERSO DA CHI (Umberto Carteni, 2009), LA PAROLA AI GIURATI (Sidney Lumet, 1957), TRAIN DE VIE (Radu Mihaileanu, 1998), KAGEMUSHA (Akira Kurosawa, 1980), TESTIMONE D'ACCUSA (Billy Wilder, 1957)

Buona visione!

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Anna Cassarino
(10 dicembre 2015)


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