WIA 2011 Musica - Fuori Concorso
Un pianoforte per due
Padronanza tecnica, un'infinita tavolozza sonora, fluidità, virtuosismo, sensibilità e raffinato gusto musicale hanno caratterizzato la performance pianistica di Maria Teresa Mendicini e Paola Sammaritano, esibitesi fuori concorso al WIA Festival nella splendida cornice di Villa Ghirlanda nel concerto "In-canti". Un duo pianistico di alto livello, che ha coinvolto l'uditorio con splendide esecuzioni come la suite "Summer Dreams", op 47 per pianoforte a 4 mani di Amy Mercy Beach o le tre Danze Spagnole dall'op.12 di M. Moszkowski
SESTO SAN GIOVANNI - Le abbiamo ascoltate in un tardo pomeriggio di fine estate, il 18 settembre 2011, nella splendida cornice di Villa Ghirlanda a
Cinisello Balsamo nel corso del Festival Women in Art.
Maria Teresa Mendicini e Paola Sammaritano, esibitesi nel concerto "In-canti" in duo pianistico di altissimo livello, hanno reso partecipe l'uditorio con coinvolgenti
esecuzioni, quali la suite "Summer Dreams", op 47 per pianoforte a 4 mani di Amy Mercy Beach, e tre Danze Spagnole dall'op.12 di M. Moszkowski.
Padronanza tecnica, un'infinita tavolozza sonora, fluidità, virtuosismo, sensibilità e raffinato gusto musicale sono stati gli elementi che hanno
caratterizzato la performance pianistica, e chi ha avuto l'opportunità di ascoltarle ha subito colto la passione straordinaria per la musica, trasmessa
al pubblico con spontaneità e genuinità.
Nonostante io conosca Maria Teresa da tanti anni, non mi sono lasciata sfuggire l'occasione di sapere qualcosa in più delle loro biografie, per comprendere più da vicino
questo sodalizio musicale, conoscere quali fatiche e sforzi si nascondono dietro a ciò che apparentemente sembra così lineare e agevole, o semplicemente per
farci raccontare come la passione musicale sia diventata tutt'uno con la quotidianità, e quali sogni e desideri continui a muovere.
Colleghe presso le Civiche Scuole di Musica di Cinisello e Sesto dal lontano 1987 in qualità di insegnanti di pianoforte, Maria Teresa e Paola hanno iniziato
quasi per gioco a suonare insieme dodici anni fa.
Pur provenendo da formazioni pianistiche differenti, hanno da subito colto la medesima interpretazione musicale che le accomunava.
Così, sostenute da una sana e bella amicizia su cui contare, hanno dato vita ad un duo, che continua il proprio cammino divertendosi ed entusiasmandosi
ogni volta che suona in pubblico.
Non hanno posto limiti alla scelta del repertorio, dal momento che come dice Maria Teresa: "Condividiamo il fatto che un brano debba, innanzitutto, comunicare
qualcosa alla nostra anima, soddisfare il nostro senso estetico, compositivo e quindi scuoterci emotivamente per poter comunicare altrettanto a chi ci ascolterà".
Hanno iniziato con i compositori francesi di fine '800, si sono spinte fino ai contemporanei per poi tornare indietro ai romantici, sempre con uno sguardo
attento alle compositrici donne (la stessa Maria Teresa è una compositrice).
Attualmente il duo sta preparando un programma dedicato alle musiciste donne dell'area europea, americana e australiana e prima o poi torneranno ad
affrontare i grandi classici come Mozart e la straordinaria musica russa.
La suddivisione dei ruoli tra pianoforte I e II (per intenderci: chi suona la parte alta, quella della melodia e chi la parte bassa dell'accompagnamento) è avvenuta
in maniera del tutto naturale, rispecchiando il carattere e la personalità di ciascuna.
Paola, più creativa nelle esecuzioni della melodia essendo un'anima cantante un po' eccentrica e trascinatrice, si è da subito sentita a proprio agio con i
timbri brillanti degli acuti con cui giocare con espressività, supportata però da una base armonica magistralmente gestita da Maria Teresa la quale, più pacata e
razionale, si esprime al meglio nei colori bassi e gravi dello strumento.
Studiano con pazienza, con quel metodo rigoroso che ogni buon musicista conosce e che, nonostante l'esperienza e gli studi alle spalle, non si può mai perdere di vista.
Quando si cimentano in un nuovo brano, dopo una prima lettura fatta insieme per soddisfare la curiosità e avere una visione globale del pezzo, passano allo studio
individuale per acquisire sicurezza tecnica, per poi tornare a studiare insieme curando l'interpretazione, l'espressività, le sonorità, lo stacco dei tempi, i respiri.
La profonda amicizia che le lega e quel modo di intendere la musica condiviso hanno fatto sì che negli anni lo studio non perdesse mai le caratteristiche del "gioco"
nel senso più nobile del termine, regalando emozioni profonde che riescono poi a trasmettere con soddisfazione al pubblico.
Prima di ogni concerto la tensione non manca, nemmeno per solide interpreti come loro. E' stato interessante scrutare i differenti modi di manifestare o celare il
nervosismo: Maria Teresa sfoga la tensione ridendo, mostrando un'apparente tranquillità; Paola si concentra in silenzio.
Alla domanda se ricordassero qualche simpatico aneddoto, hanno iniziato a ridere rammentando piccoli particolari che ancora adesso la memoria trattiene con forza.
Paola ricorda: "In un concerto in cui eravamo costrette a voltarci le pagine da sole, lo spartito si è ripiegato su se stesso. Il terrore che potesse rovinare
sulla tastiera, ci ha fatte reagire immediatamente evitando il peggio, provocando una crisi di riso all'unisono. Ciò nonostante abbiamo continuato a suonare come
se le mani appartenessero ad altre persone.
Ci sono stati secondi imbarazzanti nei confronti del pubblico che era al tempo stesso incredulo, ammirato e divertito".
Maria Teresa aggiunge: "A volte la nostra simbiosi è tale che ci capiamo al volo senza parole. Una volta, concentratissima nell'esecuzione di un brano romantico, mi
scappa una "stecca" terribile, di quelle che mai vorresti sporcassero la tua esecuzione in un concerto.
La mia reazione è stata quella di iniziare a ridere, al punto che ho dovuto chinare la testa per non far vedere al pubblico la crisi che mi era presa e allo
stesso modo ha fatto Paola: l'avevo contagiata. Abbiamo suonato con la testa china sulla tastiera...".
Dopo tanti anni di concerti, Maria Teresa e Paola non hanno ancora dato un nome al loro consolidato duo, ma pensano che prima o poi accadrà qualcosa di
particolare che inaspettatamente le battezzerà.
Mi piace concludere con un pensiero di Maria Teresa: "Quand'ero più giovane la musica era per me non solo una ragione di vita ma la vita stessa, era il bisogno
forte di definire la mia personalità, di affermarmi nel mondo trovando il mio posto. Ora è puro divertimento e gioco, superati gli anni di studio con grandi
sacrifici e di un'ambizione tipicamente giovanile. Non che queste componenti non esistano più, ma nella maturità una persona forse non sente più la necessità
di dimostrare chissà cosa a chicchessia, poiché in parte conosce molto di sé e quindi non gli rimane altro che viversi la propria identità in modo sincero e
autentico, cercando di comunicare a chi lo ascolta quello che la musica è davvero: una dimensione bellissima di totale evasione, dove il controllo e
l'istinto viaggiano paralleli creando un'alchimia che dona pace allo spirito e serena gioia".
Riconosco il grande privilegio di cui Maria Teresa e Paola possono godere: la capacità di comunicare a chi le ascolta.
Chi si fa interprete di un'espressione artistica aiuta gli altri a vedere con occhi nuovi il mondo, proprio come fanno i bambini mossi da continui stupori;
aiuta a mettersi in contatto con le proprie emozioni profonde, recuperando quell'autenticità e quell'originalità tipiche della fanciullezza, che ci sembra
spesso lontana, ma che non possiamo perdere occasioni per recuperarla. Almeno un po'.
Paola Marino
(26 gennaio 2012)
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