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ORCHESTRE IN ROSA
Eccellenza tecnica, tocco raffinato, grande dedizione e impegno nel lavoro, sono solo alcune delle caratteristiche che accomunano due originali progetti orchestrali. Repertori diversi uniti dalla capacità di fare rivivere, in tutta la loro freschezza, un patrimonio di autori e autrici che parlano ai nostri cuori e all'anima, grazie all'universalità stessa della musica e al suo linguaggio che, toccandoci nel profondo, supera le barriere del tempo.

SESTO SAN GIOVANNI - L'ensemble Le Cameriste Ambrosiane, composto da musiciste professioniste diplomatesi in diversi Conservatori italiani, nasce nel 2010 da alcune prime parti dell'Orchestra dell'Università degli Studi di Milano, eccellente complesso considerato tra le migliori orchestre giovanili italiane.
L'ensemble si presenta con un organico variabile e ampliabile fino a 15 elementi, costituito principalmente da archi (dal trio, all'ottetto, all'orchestra d'archi), ai quali, a seconda delle occasioni e dei programmi esecutivi, si possono aggiungere la sezione dei fiati, delle percussioni, l' arpa o il pianoforte.
Il repertorio diviene in questo modo illimitato, poiché è possibile spaziare dalla musica da camera a quella sinfonica, ma non solo, giacché le Cameriste amano attraversare anche gli spazi della musica leggera, delle colonne sonore o dei tanghi. Viene da chiedersi perché la scelta di un complesso strumentale formato solo da donne, dal momento che l'Orchestra dell'Università degli Studi di Milano, gruppo madre di provenienza delle musiciste, è composta in eguale misura da uomini e donne.
Le Cameriste rispondono spesso a questa domanda che è loro posta nelle interviste, al fine di capire se dietro a tale scelta possa nascondersi solo un'operazione di marketing indirizzata all'immagine o un pensiero vagamente femminista per dare spazio alle donne in un mondo musicale, quello orchestrale, centrato soprattutto sugli uomini.
La risposta è molto più semplice di complicate supposizioni: "è stato un caso". Un caso se si sono incontrate e stimate da subito reciprocamente, scoprendo tra loro il desiderio di suonare insieme e di dare vita, solo successivamente in maniera sistematica, ad un repertorio raffinato e del tutto particolare che è divenuto il loro tratto distintivo più forte.
Leggiamo dal sito dell'Orchestra dell'Università degli Studi di Milano "Quando ci siamo scelte per questo progetto ci conoscevamo già molto bene ed eravamo sicure che i nostri caratteri, nonostante fossero molto forti e diversi tra loro, avrebbero dato vita a un ensemble unico nel suo genere, ove il piacere di suonare insieme e stare sul palco avrebbero assunto un ruolo primario.
In seguito al primo concerto, nel 2010, abbiamo avuto tutte il medesimo desiderio di proseguire a implementare questa sinergia artistica, in modo da ritrovarci al più presto nuovamente insieme sullo stesso palco. La stessa sensazione ci accompagna ancora oggi al termine di ogni concerto".

L'ensemble collabora, con concerti e conferenze-concerto, anche con il progetto "L'altra metà della musica" dell'Associazione Culturale Musicale Mont Rose de la Vallée d'Aoste, dedicato alla riscoperta del valore artistico di compositrici dimenticate dalla storiografia ufficiale, che vanno dal Settecento alla musica contemporanea.
A tal proposito invito all'ascolto, su youtube, del primo movimento della Sinfonia n.3 in sol minore della compositrice Louise Farrenc (1804-1875), nell'esecuzione appunto di Le Cameriste Ambrosiane.
Da domenica 3 febbraio alle ore 12, presso il Teatro Silvestrianum di Milano, è ripresa, inoltre, la seconda edizione della rassegna "A MEZZDì !" da loro ideata e dedicata alla musica da camera.
Il primo dei quattro incontri, dal titolo Ritratti di Signora 2, è stato dedicato ad una carrellata di ritratti femminili delle eroine verdiane: Giovanna d'Arco, Desdemona, Gilda e Violetta.
Penso sia importante riportare il pensiero delle Cameriste in merito all'obiettivo che si sono preposte per questa collaudata rassegna musicale: "Rendere semplici l'arte e la cultura è un'ardua impresa (.). Fitto intreccio di ragione e sentimento, di logica e passione, l'arte e la cultura parlano di noi e lo fanno evitando con cura la banalità.
Dunque ricorrendo a strumenti, tecniche e linguaggi che sono aulici, raffinati e inevitabilmente complicati. Almeno finché qualcuno non ce li spiega.
Quattro incontri, quattro appuntamenti con la collaudata formula domenicale - durante la quale alcuni capolavori della musica da camera non verranno soltanto eseguiti, ma anche introdotti dalle musiciste stesse o da giovani esperti (.).
Ecco il nostro modo per accostarci, senza supponenza o pesantezza accademica, alle vette più alte della musica colta, portando con noi il pubblico alla scoperta dei linguaggi più raffinati, ma anche delle emozioni che questi classici sanno ancora dare.
Perché l'arte e la cultura non sono semplici, ma comprenderle, aiuta ad amarle".


Formata da bravissime musiciste professioniste provenienti da vari paesi, l'Orchestra Femminile Italiana nasce nel 2006 offrendoci, proprio per la sua costituzione, un incontro di differenti culture e scuole musicali perfettamente in linea con il quadro multietnico dell'odierna società italiana: Giappone, Romania, Russia, Polonia, Albania, Italia, sono solo alcuni degli stati da cui provengono le professioniste.
L'orchestra ha conseguito da subito grande successo di pubblico e critica, tenendo concerti in varie città italiane e suonando anche in diretta su RAI3.
L'idea di creare un'orchestra formata interamente da donne viene al direttore Roberto Giuffré che, grazie alle esperienze personali di lavoro in Romania e Bulgaria, dove la percentuale delle donne musiciste e orchestrali è assai alta e numerose sono le orchestre femminili -come quella di Bucarest- tornato in Italia, prende contatto con le professioniste con cui aveva già lavorato e dà inizio a questo nuovo progetto culturale.
Rispetto alla valorizzazione delle donne musiciste, il Maestro Giuffré, in un'intervista raccolta da M. S. Cetraro, precisa: "Diverse cose mi avevano stupito durante il mio soggiorno nei Balcani; ad esempio, la presenza di una timpanista in un'orchestra, mentre questo strumento normalmente è suonato da uomini.
In un altro gruppo su quattro contrabbassi tre erano donne; questo comporta anche uno sforzo fisico maggiore rispetto all'uomo, vista l'imponenza dello strumento e le difficoltà nel suonarlo.
Altri strumenti tipicamente maschili come il corno, il trombone e altri ottoni erano suonati da donne ed anche molto bene.
Mi è capitato di dirigere un concerto di Mozart per fagotto e orchestra e la fagottista era una donna. Tutto questo credo sia legato anche all'influenza del Comunismo in questi Paesi: l'idea che tutti fossero uguali ha portato le donne a svolgere lavori faticosi (muratrici, tassiste.) e questa tendenza si è registrata anche nei mestieri artistici, per cui c'è un'effettiva parità tra gli strumentisti di ambo i sessi".

Il repertorio dell'orchestra è quello classico, nel senso stretto del termine: Mozart, Haydn fino al Novecento con opere di Bartok; in prospettiva c'è anche il progetto di collaborare con musiciste viventi.
Assai interessante è il pensiero espresso dal Maestro Giuffré sull'organizzazione del lavoro di direttore rispetto alle esigenze delle musiciste che immaginiamo essere, poiché donne, divise come sempre tra attività lavorativa, famiglia, figli e quant'altro: "A differenza di quanto accade nelle orchestre stabili che provano in orari ben precisi, io cerco di andare incontro alle varie esigenze delle mie musiciste, che vanno dal semplice "devo portare il bambino a scuola" ai problemi legati al traffico cittadino, visto che noi proviamo a Milano. Quando si suona insieme uno tende a pensare esclusivamente alla musica; dover far fronte a queste necessità mi fa ricordare di avere un'orchestra "femminile".
Molte volte le musiciste si mettono d'accordo per prendere la stessa baby-sitter che tenga i loro figli piccoli tutti insieme durante le prove, in altre occasioni li portano con sé e durante le esibizioni loro restano dietro le quinte a colorare; alcuni dei bambini studiano anche musica con le rispettive madri.
All'ultimo concerto c'era una delle mie musiciste all'ottavo mese di gravidanza, è stato emozionante immaginare che il bambino che stava per nascere in qualche modo faceva già parte dell'orchestra. Sono tutte cose che mi inteneriscono.
A fine prova si chiacchiera, magari le ragazze si scambiano le ricette, è un aspetto divertente e inusuale.
Ai concerti, poi, vengono spesso anche i mariti e in quelle occasioni si respira proprio l'atmosfera di una grande famiglia.
Ciò che rilevo sempre, mentre dirigo la mia orchestra, è il grande impegno delle donne: quando lavorano vogliono sempre avere il massimo della precisione e del risultato".

Eccellenza tecnica quindi, tocco raffinato, grande dedizione e impegno nel lavoro, sono solo alcune delle caratteristiche che accomunano i due progetti orchestrali qui citati.
Repertori diversi uniti dalla capacità di fare rivivere, in tutta la loro freschezza, un patrimonio di autori e autrici che parlano ai nostri cuori e all'anima, grazie all'universalità stessa della musica e al suo linguaggio che, toccandoci nel profondo, supera le barriere del tempo.
Non resta che augurare a tutte le musiciste una lunga carriera artistica che, buon per noi ascoltatori, continuerà a regalarci ricercate e preziose esecuzioni orchestrali.

In alto una foto dell'ensemble Le Cameriste Ambrosiane, tratta dal loro sito http://www.lecameristeambrosiane.it


Paola Marino
(27 febbraio 2013)


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