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LIBERIAMO LA NOSTRA ANIMA ALLA SCOPERTA DI NOI STESSI
Ognuno di noi possiede una grande fonte di energia. Se ci dividiamo in più ruoli con i rispettivi piloti automatici è inevitabile una grande dispersione energetica, che poi apre le porte a stress, nervosismo e ansie. Bisogna quindi iniziare ad avere più fiducia in se stessi, a fare esperienza di ciò che si vive in ogni momento della giornata, e smettere di essere e comportarsi secondo le esigenze altrui.

MILANO - Si dice spesso che non ci si conosce abbastanza e anche che ci si illude di conoscersi, ma poi in base alle circostanze e agli accadimenti scopriamo lati della nostra personalità che ci erano fino ad allora sconosciuti .
Molte persone entrano in crisi e vengono travolte da stress e ansie quando devono confrontarsi con un nuovo ruolo nella loro vita. Può trattarsi di un nuovo incarico lavorativo, del diventare marito, moglie, genitore o nonno, oppure può riguardare anche piccoli cambiamenti quotidiani, che ci richiedono di indossare una veste nuova.
Prendiamo in esame ad esempio la vita di Anna (nome di fantasia), la quale, oltre ad essere un'insegnante di 47 anni, sposata con figli di 8 e 11 anni, si occupa dei propri genitori, ha una grande passione per il decoupage e ha un fratello che vive all'estero. Quanti ruoli ricopre Anna?
Basandoci sulle informazioni di cui disponiamo almeno 6: è moglie, madre, figlia, insegnante, artista e sorella. Però possiamo facilmente immaginare che Anna sia anche un'amica e una conoscente per le persone che entrano a far parte della sua vita. Arriviamo quindi rapidamente a 8 ruoli.

Affrontiamo un primo livello di ragionamento:
  • La personalità di Anna deve dividersi quotidianamente in 8 ruoli per svolgere le sue attività e per ricoprire i ruoli che la rivestono.
Passiamo ora ad un'analisi più approfondita. Esistono dei micro-ruoli che ricopre Anna con conseguenti responsabilità, basandoci sugli 8 macro-ruoli che riveste quotidianamente?
Andiamo a vederli insieme:
  • Moglie : essendo una moglie Anna dovrà essere prima di tutto una compagna, un'amica, una complice e un'amante. Inoltre in prima persona o delegando a una figura professionale deve occuparsi della casa, della cucina e dei mestieri domestici, trovando anche compromessi ed equilibri, al fine di bilanciare le responsabilità della cura della casa nella coppia.
  • Madre : Anna ha due figli, quindi deve occuparsi di loro e di tutti i loro bisogni, da quelli fisici a quelli emotivi e sociali, della loro cultura e della loro crescita.
  • Figlia : In quanto figlia, dovrà naturalmente andare a trovare i suoi genitori ed essere a loro disposizione per qualsiasi bisogno e necessità.
  • Insegnante : essendo un'insegnante, Anna ha un impegno quotidiano con orari precisi, ricopre un ruolo di grande responsabilità e sensibilità.
  • Artista : Anna ha una grande passione per il decoupage, deve quindi organizzarsi al meglio in modo da ritagliare del tempo da dedicare alla sua passione creativa e all'acquisto o recupero dei materiali necessari.
  • Sorella : Anna ha un fratello che vive all'estero, un rapporto stretto e a distanza allo stesso tempo, che richiede ancora più attenzione e organizzazione per restare in contatto e essere presenti l'uno nella vita dell'altra.
  • Amica : Come amica Anna dovrà organizzare il suo tempo in modo da poter vedere le proprie amiche, e coltivare e accrescere il loro rapporto.
  • Conoscente : in quanto conoscente Anna ha tante piccole responsabilità di cortesia, collaborazione e rispetto con le persone che la circondano.
Anna è una persona comune, come molte donne ricopre diversi ruoli e deve frammentarsi in diverse fette di sé ogni giorno per compiere le mansioni quotidiane.
Per essere felice una donna allora deve rinunciare a essere madre, moglie e lavoratrice?
Assolutamente no, ma allora dov'è il problema?
Il problema non è cosa scegliamo di fare nella vita, quindi se decidiamo di sposarci, fare figli o lavorare, il vero blocco per la felicità e libertà dell'anima è che non affrontiamo le avventure della vita essendo noi stessi, ma creiamo dei diversi "sé" incaricati di svolgere le mansioni per noi.
Capiamo meglio questo concetto.
Questa volta prendiamo ad esempio un uomo, dandogli come per Anna un nome di fantasia, Paolo, e immaginiamolo quando si alza la mattina.
Appena sveglio Paolo è se stesso: spontaneo, in contatto con i suoi pensieri e la sua anima.
Successivamente Paolo esce per andare al lavoro - ed ecco che la guida viene passata al pilota "Paolo impiegato", o "Paolo manager", "Paolo commesso" ecc., poi, tornando a casa, passa a trovare i suoi genitori - e qui il volante passa a "Paolo figlio", infine la sera esce con la fidanzata e il pilota è "Paolo fidanzato".
Il problema non è Paolo che decide di lavorare, fidanzarsi e andare a trovare i genitori: iI problema ed il limite sono nel "come".
Paolo crea i diversi "piloti automatici", perché crede che lui debba incarnare un prototipo per essere all'altezza del ruolo che si trova a ricoprire, smettendo di essere se stesso a colazione e tornando a essere Paolo la sera quando va a dormire.
Nella giornata, quindi, Paolo diventa idoneo a come gli altri e la stessa società lo vogliono vedere.
Paolo e Anna devono imparare quindi a eliminare tutti i piloti automatici, perché consumano energia.
Ognuno di noi possiede una grande fonte di energia.
Se ci dividiamo in più ruoli con i rispettivi piloti automatici è inevitabile una grande dispersione energetica, che poi apre le porte a stress, nervosismo e ansie.
Bisogna quindi iniziare ad avere più fiducia in se stessi, iniziare a fare esperienza di ciò che si vive in ogni momento della giornata, e smettere di essere e comportarsi secondo le esigenze altrui e iniziare a scoprirsi.
Anna deve scoprire che tipo di moglie e madre sia, concedendosi la libertà di agire a modo suo per conoscersi, e non badare a come agiscono le sue amiche o di come i parenti la giudichino in base al suo comportamento.
Se non ci si scrolla di dosso tutti questi prototipi, rimaniamo imprigionati in ruoli prefissati, che ci troviamo a interpretare come attori, schiacciati dalla pesantezza dello spegnere noi stessi per più di 10 ore al giorno.
E' necessario smettere di vivere la propria vita cercando di essere all'altezza di qualcosa che gli altri si aspettano da noi, di essere chi non siamo, perdendo così la rara e preziosa opportunità di scoprire il nostro modo unico e speciale di svolgere un'azione.
Affrontiamo uno per volta i nostri piloti automatici, esaminiamo attentamente se si comportano spontaneamente, o se si conformano a regole e prototipi prestabiliti.
Indaghiamoli, interroghiamoli, smascheriamoli poco alla volta, togliendo loro energia. Forse giungeremmo a scoprire che la voce che li guida e li tiene in vita non è la nostra, ma ad esempio quella di nostra madre che ci ha sempre richiamato ad essere responsabili, o quella del professore di scuola che ci diceva che non avremmo mai concluso niente nella vita, o quella di quel fidanzato che ci lasciò accusandoci di essere noiosi.
Staccando la corrente a tutti questi falsi volti di noi stessi, lentamente arriveremo a scoprirci, con grande emozione, unici e meravigliosi, diventando fonte d'ispirazione per chi ci circonda, e a poco a poco recuperando tutta l'energia persa in precedenza.
Allora buon viaggio, alla scoperta della nostra anima!


La foto in alto è tratta dal blog.libero.it/calmaetempesta/

Monica Bianchini
(29 gennaio 2013)



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