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Musica - Biografie
ALL'OMBRA DI WOLFGANG
Tante volte ci siamo trovati a scrivere e a leggere delle difficoltà che le donne, nella storia delle espressioni artistiche, hanno
avuto nel farsi riconoscere quali soggetti creativi. In genere, a parte le eccezioni, per secoli sono state soprattutto oggetto: oggetto da ritrarre
nei dipinti o nelle sculture, da idealizzare in poesia, da delineare sulle scene in musica o in prosa, il tutto secondo dei modelli rappresentativi di
un'epoca. Per secoli le muse ispiratrici di tanta arte meravigliosa praticata dagli uomini, sono state le donne. La storia di Nannerl è ancora una
volta la storia di una donna che zittisce la propria attitudine e intelligenza per volere del padre, per concentrare tutte le energie sul talento del
fratello e per conformarsi alla società del tempo, composta da mogli e madri silenziose.
SESTO SAN GIOVANNI - "(.) Nel silenzio spalancavo la finestra, mi beavo del fruscio delle acque del Salzach, respiravo l'odore fresco, sgranavo
gli occhi nel buio (.) infine accendevo una candela e sedevo al cembalo (.) Le mie cognizioni di contrappunto si limitavano a quanto riuscivo ad
origliare delle lezioni che mio padre dava a Wolfgang (.) Riempivo i fogli di note, stilavo i titoli nei miei migliori caratteri eleganti, soffiavo
sull'inchiostro, lo tamponavo e ripiegavo alla fine ogni pagina, per riporla nella mia tasca segreta.
Avevo cucito una busta chiusa da lunghi lacci che portavo legata attorno alla vita, nascosta tra le sottogonne; così la mia musica non mi abbandonava mai (.)".
"Non diciamo sciocchezze, le donne non compongono. Finché vivi nella mia casa devi fare quello che dico io, smetti di fare i capricci, le fanciulle non devono arrendersi al volo della fantasia, questo è peccare di superbia, sta zitta. Sciocca."
"E' deciso, non suonerò mai più".
Tratto dal libro "La sorella di Mozart" di Rita Charbonnier
Questo libro è uno tra i più belli che io abbia letto negli ultimi anni. La storia di Nannerl Mozart, sorella di Wolfgang, che l'autrice narra con un'accurata ricostruzione
storico-musicale, rappresenta il grido disperato di chi rinuncia a una grande passione, tacitando per sempre il proprio talento.
Ancora una volta il grido è quello di una donna che, nella seconda metà del '700, non può battersi per i medesimi diritti riconosciuti al fratello maschio e, sottomessa
al volere del padre, arriva a ritenere di non essere comunque all'altezza del fratello.
E' la storia di una donna che rinuncia per sempre a se stessa e che vive una condizione femminile cui è negata la scelta del proprio destino. Viene da chiedersi se
all'epoca sarebbe stato possibile investire su una figlia femmina per fare di lei una musicista al pari del fratello, ma la questione è stata la presenza di un fratello
così ingombrante o il destino riservato alle donne? Avrebbe potuto Nannerl continuare sulla strada della composizione che tanto amava e nella quale, fin da piccola,
aveva dimostrato grandi capacità? Grazie alla psicologia, alla storia e alla modernità, oggi potremmo trovare mille ragioni profonde al sacrificio doloroso di Nannerl,
sia sociali, familiari che personali, ma senza dubbio lei visse un ruolo femminile che per l'epoca non aveva alternative. Maria Anna Walburga Ignatia Mozart, sorella di
Wolfgang Amadeus, è la quarta figlia e la prima a sopravvivere, di Leopold Mozart e Anna Maria Pertl. Nata nel 1751 e chiamata da tutti affettuosamente con il vezzeggiativo
di Nannerl, dimostra fin da piccola un grande talento musicale che spinge il padre a insegnarle il clavicembalo.
A soli cinque anni Nannerl è grande motivo d'orgoglio per la famiglia, una vera bambina prodigio, suona anche il fortepiano e ha una bellissima voce, ma non
avrebbe mai immaginato che di lì a poco, l'arrivo di un nuovo nato, Wolfgang Amadeus, avrebbe adombrato per sempre il suo talento, relegandola a mano a mano in un
ruolo secondario, e destinandola poi a soffocare la grande passione musicale che l'aveva contraddistinta nelle sue esibizioni pubbliche e nei suoi studi.
Tra i due fratelli intercorrono cinque anni di differenza e il loro legame, durante l'infanzia, è saldissimo.
Il padre Leopold fa il possibile, almeno all'inizio, per educarli alla musica senza disparità, l'orgoglio paterno di fronte a tanto talento è enorme, e lo sfruttamento
di due enfants prodiges può essere molto remunerativo. Suonano insieme, divertendosi e rallegrando il pubblico della nobiltà, poiché avendo riscontrato le straordinarie
qualità dei suoi figli, Leopold Mozart li porta fin da piccoli a esibirsi in tutte le corti europee, tra cui Vienna e Parigi.
Il piccolo Wolfi già a tre anni dimostra un talento del tutto particolare, infatti, sebbene Nannerl evidenzi grande attitudine nell'esecuzione di brani alla tastiera,
Wolfgang è già in grado di suonare il violino e l'organo, e manifesta oltremodo capacità compositive.
Tra il 1762 e il 1769 il padre Leopold attraversa l'Europa per fare esibire i suoi piccoli, Nannerl e Wolfi affrontano la fatica dei lunghi viaggi in carrozza per i
numerosi concerti, in un susseguirsi di successi, ma tanti sono i disagi che devono affrontare.
Dalle scarse condizioni igieniche dell'epoca, al freddo e alle intemperie nel corso dei trasferimenti, in più occasioni, sia Wolfgang sia Nannerl si ammalano gravemente,
anche di malattie quali il tifo e il vaiolo.
Leopold Mozart non cede, continua a pretendere che tutto proceda secondo i programmi che egli stesso ha organizzato, giacché è impensabile che tali talenti
non possano essere esibiti.
E' Nannerl quella che corre il maggior pericolo: nel 1764 all'Aia si ammala di broncopolmonite e le sue condizioni diventano talmente gravi che il padre si trova
costretto a farle dare l'estrema unzione. Sono questi gli anni decisivi in cui si delinea sempre più il diverso destino dei due ragazzi: Leopold decide che Wolfgang
avrebbe continuato sulla strada della musica, mentre per Nannerl, ai suoi occhi troppo fragile di salute e, dopo tutto, con meno talento rispetto a Wolfgang, avrebbe
ritagliato un normale ruolo familiare, del resto questo è il destino all'epoca per una donna di rispettabile famiglia. Così è deciso.
Dal 1769 al 1775 Leopold inizia a viaggiare solamente con il figlio, su cui concentra tutte le sue energie avendone compreso il genio, lasciando Nannerl sola con la
madre a Salisburgo. Questo comportamento paterno probabilmente matura in lei un senso d'inferiorità nei confronti di un fratello tanto dotato.
Possiamo immaginare quale grande tormento laceri il giovane cuore di Nannerl, diviso tra amore e ammirazione nei confronti del piccolo Wolfgang, e dilaniato tra gelosia e
rivalità, sentimenti che nascono dalla paura di essere amati di meno dai propri genitori. Tutti i bambini desiderano essere il figlio preferito di mamma e papà, essere
considerati i più bravi, insieme alla competizione tra fratelli, è nella maggior parte dei casi motivata proprio dal voler ottenere amore, attenzione e approvazione dai genitori.
Senza contare che da bambini, la parola "rinuncia" è terribile, poiché evoca perdite spaventose, abbandoni, vuoti, solitudine. Da qui in poi la storia del genio di Wolfgang
Amadeus Mozart la conosciamo tutti. Il padre lo porterà in viaggio per tutta Europa spingendolo a studiare con i migliori maestri e a conoscere i diversi personaggi
famosi dell'epoca, questa decisione segna l'inizio della distanza affettiva tra i due fratelli, unito a un sommesso rancore che Nannerl inizia a provare nei confronti del padre.
Leopold, infatti, sempre più convinto sia per i motivi personali sopra esposti, sia a causa dei costumi dell'epoca, ritiene che una ragazza possa esprimere le proprie
qualità musicali solo in veste d'insegnante, eventualmente esecutrice, ma non di certo compositrice.
Perché dunque, continuare a coltivare un talento sbocciato nel cuore della propria figlia?
Dolore, sofferenza, gelosia, rancore, quanti sentimenti contrastanti si agitano in Nannerl, arresasi per sempre al ruolo d'insegnante, poi di moglie e successivamente
di madre, secondo le convenzioni della società. Ella diventa sì un'eccellente insegnante di musica molto stimata, ma a quale prezzo, verrebbe da dire.
Dalle lettere che Mozart le scriverà in seguito, si evidenzia come egli avesse comunque un'alta opinione del suo talento e delle sue capacità compositive, al punto
che continuerà a sottoporle partiture per averne un giudizio, scriverà anche alcuni brani espressamente composti per essere suonati a quattro mani o a due pianoforti con lei.
Continuerà a incoraggiarla a comporre musica, e in una lettera del 1770 le scrive di essere rimasto stupefatto dall'ascolto di un suo Lied che definisce grazioso.
Oggi non vi è traccia alcuna delle composizioni di Nannerl, non seguì le raccomandazioni del fratello, è facile ipotizzare che chiuse per sempre con la composizione, gettando
via le partiture, simbolo di una pena profonda. I rapporti con Wolfgang si raffreddarono sempre più, sia per la scelta che egli fece, non gradita ai Mozart, di
sposare Constanze Weber, considerata di basso rango, sia per motivi di eredità legati alla morte del padre.
Non ultima la morte della madre nel 1778, acuì maggiormente la tensione e l'allontanamento tra i fratelli.
Quando Wolfgang muore il 5 dicembre 1791, Nannerl sente però la necessità di partecipare attivamente alla stesura della prima biografia del fratello, continuando a dare,
per tutti gli anni a venire, un contributo fondamentale alla promozione della sua figura di musicista, collaborando con i suoi biografi, favorendo la pubblicazione
delle sue opere con relativa autenticazione.
Oggi possiamo dire che, sfumati i rancori, le incomprensioni, i ricordi dolorosi che in genere la morte dei propri cari attenua, la collaborazione da parte di
Nannerl a valorizzare la figura di Wolfgang musicista, è forse la rappresentazione della avvenuta elaborazione di un lungo cammino tormentato, iniziato con la
negazione di se stessa e delle proprie aspirazioni. Con un linguaggio moderno diremmo che Nannerl è riuscita in qualche modo a elaborare una perdita, la perdita
prima di tutto di se stessa, la perdita di un riferimento paterno, di un fratello tanto amato, ma al tempo stesso oggetto delle sue gelosie, delle sue rabbie
inespresse e incomprensioni.
Dopo la morte di Wolfgang, arriva forse il momento dell'accettazione e dell'integrazione di un male che non è più oscuro, poiché a distanza di anni esso appare
rischiarato dalla luce come alla fine di un tunnel. E' come se Nannerl, rimasta sola, si fosse riappropriata delle proprie risorse, divenendo l'unica persona
indispensabile a se stessa.
Questa storia così dolorosa ci fa, a mio avviso, riflettere su due aspetti importanti: da una parte ci troviamo di fronte ad un'epoca che ancora non permetteva
l'espressione femminile, dall'altra possono essere analizzati tutti quegli elementi psicologici, profondi che caratterizzano il rapporto tanto complesso tra
fratelli e tra i figli che si misurano con le figure genitoriali.
Nella foto in alto, tratta dal sito
http://www.historyandwomen.com, Nannerl, Wolfgang e Leopold Mozart.
Paola Marino
(22 gennaio 2013)
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