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Grandi interpreti

L'energia contagiosa di Marta Argerich
Marta Argerich, una delle più grandi pianiste del nostro tempo, è per me la musica. Forse non tutti accoglierebbero questa definizione, poiché pur riconoscendole temperamento, bravura e personalità, è sempre stata una pianista che ha diviso gli ascoltatori in sostenitori e detrattori, ma il suo talento è indubbio. Istintiva, passionale, imprevedibile, dotata di una mirabile tecnica, è in grado di travolgere gli ascoltatori grazie ad una personale energia esecutiva che l'ha sempre contraddistinta e resa unica.

SESTO SAN GIOVANNI - E' arrivata l'estate. Vorrei concludere questo ciclo di articoli, prima della pausa estiva, così come avevo iniziato a ottobre ponendo l'attenzione sull'arrivo dell'autunno.
E' bello ritrovare quel modo antico dello scandire del tempo riferendoci alle stagioni, ai cambiamenti atmosferici e dei paesaggi che determinano poi i nostri piccoli cambiamenti interiori, umori che variano con le temperature e con i colori mutevoli che ci circondano.
Infatti, equinozi e solstizi, presso le antiche popolazioni o semplicemente nelle culture contadine, hanno sempre rappresentato sia i momenti di passaggio da una stagione all'altra, scandendo i ritmi della semina o del raccolto, sia occasioni di festa, di cerimonie per ringraziare il Cielo e la Terra e rinsaldare i legami all'interno delle piccole comunità.
Dall'articolo di ottobre intitolato "Brano d'autunno 2012" sono trascorsi tanti mesi, chissà quanti avvenimenti nelle vite di ognuno di noi, cambiamenti, belle notizie e altre meno, ma oggi eccoci a salutare una nuova stagione, come se ci affacciassimo curiosi a un altro tempo, a un'altra età per aprire le finestre e dare aria alle stanze.
Il caldo è arrivato e sembrerebbe anche autentico, quello genuino per intenderci, con l'afa che ti fa sudare mentre ancora corri al lavoro in città, salendo e scendendo dai mezzi pubblici.
Siamo sì nella stagione delle vacanze, i pensieri si aprono alle ferie, alle spiagge e al divertimento, nella ricerca di quel ricordo del sapore tutto speciale delle serate di evasione, delle passeggiate inebriate dal profumo dei tigli o delle mete esotiche da raggiungere all'ultimo minuto.
L'impressione che ho, chiacchierando qua e là, è quella che in parte tutti si sia ancora immersi in giornate piene d'impegni che ci fanno arrivare a sera sudati, affaticati e con il cuore un po' distratto. Occupazioni, appuntamenti, contrattempi, le ore trascorrono a tutto carico, come sempre.
E poi la crisi che incombe, quel sottile senso di precarietà che ormai si è insinuato in noi e che ci fa vivere in bilico tra una bolletta da pagare che ci smorza un sorriso e la paura di un lavoro che potrebbe non esserci più da un momento all'altro, se mai c'è stato fino a ora.
Ancora una volta la musica può venirci in soccorso aiutandoci un poco, rappresentando anche (e non solo) un piccolo conforto alle afflizioni quotidiane, rivitalizzandoci un po', se soltanto riusciamo a sgombrare la mente per immergerci nella sua grazia, in modo da permetterle di parlare alla nostra anima.
Sarebbe come ritrovare un angolo di frescura tra una canzone o una sinfonia, tra un violinista o un chitarrista, momenti da regalarci per fermarci un attimo a riposare e a fare in modo che il tempo si dilati.
Oggi, più che mai sfiduciati, avremmo bisogno d'iniezioni di energia, di coraggio, di ottimismo.e allora lasciamoci contagiare dalle note di una grande pianista che, fin da giovanissima, si è sempre contraddistinta proprio per lo spirito indomito che anima le sue esecuzioni: Marta Argerich.
Non mi dilungherò sulla biografia di questa meravigliosa signora oggi settantenne, i musicisti sanno bene di chi sto parlando, al contrario il lettore curioso potrà trovare su internet recensioni, informazioni di ogni sorta, aneddoti, non ultima anche una interessante presentazione di un film-documentario dedicatole dalla figlia Stépanie: "Argerich-Bloody daughter-".
Mi preme invece soffermarmi sulla personalità della Argerich, su quella capacità del tutto unica e speciale di travolgere l'ascoltatore (anche non esperto di musica) con una personale energia esecutiva del tutto naturale: istintiva, imprevedibile, vibrante e passionale.
Considerata una delle più grandi pianiste dei nostri tempi, dotata di tecnica prodigiosa e musicalità sbalorditiva, ha saputo muoversi nell'ambito della musica e della carriera con grande indipendenza, rifiutando convenzioni e schemi e rappresentando quello spirito libero cui tutti vorremmo ambire, ma che pochi riescono a perseguire.
Quella che un tempo era una giovane e timida ragazza dai capelli corvini, oggi è una affascinante signora dalla folta chioma grigia che ancora accende dibattiti sulle sue interpretazioni musicali per alcuni assai discutibili, ma ciò nonostante, è sempre alla ricerca di un equilibrio tra energia, forza, dinamicità (sia caratterialmente sia musicalmente, poiché è difficile separare la persona dall'artista) pur non mancando alcuna impercettibile sfumatura unita a classe ed eleganza pianistica.
In rete è possibile ascoltare e vedere Marta Argerich in tante e interessanti esecuzioni pianistiche, sia come solista sia in diverse formazioni cameristiche; in particolare da giorni non faccio altro che ascoltarla nel Quintetto op. 44 di Schumann.
Brano, a mio parere, per il quale esistono solo aggettivi superlativi e che invito i lettori ad ascoltare, poiché penso possa travolgere chiunque si lasci andare alla sua melodia sublime, anche un ascoltatore inesperto di musica.
Non abbiate timore di avventurarvi in ascolti che erroneamente talvolta sono ritenuti difficili e solo per addetti ai lavori; la musica, potente linguaggio universale, arriva sempre e comunque nella parte più profonda di ognuno di noi.
A proposito di Schumann la Argerich, in un'intervista rilasciata in occasione di un suo concerto nel 2012 con l'Orchestra Nazionale di Santa Cecilia, dice:
"Mi tocca molto, anche la sua sofferenza, enormemente. E poi la generosità coi colleghi, aveva così tanto amore, per tutti.per Chopin, per esempio, e non era ricambiato".
Certamente in questo quintetto Schumann si è donato con grande generosità regalandoci pagine eterne.
E' interessante riflettere anche sulla formazione del quintetto o su una qualunque formazione cameristica, quale esempio di collaborazione, di coesione, di fusione e ordine in cui ogni musicista interagisce con gli altri nel rispetto dei ruoli dei diversi elementi.
Non solo ci si rapporta con la propria partitura e il proprio strumento, ma con grande intelligenza musicale e sensibilità, ci si coordina con gli altri fondendo individualità ed eterogeneità in un insieme armonico nel quale la voce di ogni componente rimane tale pur relazionandosi con tutti.
Le grandi difficoltà e complessità del suonare "insieme" in una formazione cameristica sembrano quasi metafora del nostro tempo, con la differenza che mentre i musicisti ricercano con pazienza e umiltà giungendo a ineguagliabili consonanze armoniche tra loro (pur nel rispetto delle parti individuali), nella vita quotidiana (dal lavoro alla politica) sembra assai difficile raggiungere umane collaborazioni in vista di un obiettivo comune.
Come monadi impazzite ognuno vaga senza ascoltare ciò che accade intorno, ma peggio ancora senza ascoltarsi, per questo penso che il paziente lavoro delle formazioni cameristiche o dell'orchestra abbia molto da insegnarci.
Auguro a tutti una serena estate e buoni ascolti musicali.

In alto Martha Argherich in una foto tratta dal sito:
https://plus.google.com/105376503354424488977/posts

Segnalo:
http://www.youtube.com/watch?v=aA_aNpgdCyE R. Schumann "Quintetto op. 44"

http://www.youtube.com/watch?v=HG3wd9E4_DI Tutta l'energia della Argerich nel Concerto n. 1 di Tchaikovsky per pianoforte e orchestra

Paola Marino
(5 luglio 2013)

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