Cinema
COMMEMORAZIONE
Sophie Scholl: il sole splende ancora!
Il 27 gennaio ricorre il Giorno della Memoria
che commemora le vittime dell'Olocausto e tutti coloro che hanno sfidato il nazionalsocialismo e il fascismo. Il cinema ha sempre guardato
con interesse alla Shoah e numerosi film tentano di ricostruirne gli avvenimenti. Sono pochi però i personaggi femminili che hanno la capacità
di bucare lo schermo: Sophie Scholl è uno di questi e la sua storia, raccontata dal regista tedesco Marc Rothemund, illumina come un raggio di
sole un'epoca buia per l'umanità intera.
BRESSO - Sophia Magdalena Scholl (la pluripremiata Julia Jentsch) è una ragazza tedesca come tante, che frequenta con il fratello Hans l'università a Monaco, dove
i due maturano idee che collidono con l'ideologia ufficiale e che sfociano in una critica aperta al regime, con la costituzione della "Rosa Bianca".
Il gruppo clandestino agisce attraverso la redazione e distribuzione di una serie di pamphlet che mettono in luce le carenze della politica nazista e del pensiero hitleriano.
All'indomani della perdita di Stalingrado (17 febbraio 1943), ritenendo erroneamente che la fine della guerra fosse prossima e la popolazione tedesca pronta
alla sollevazione, Hans Scholl decise di esporsi distribuendo i volantini rivoluzionari della Rosa Bianca all'università.
L'inizio della fine: il film descrive con minuzia i 5 giorni che separano l'arresto degli Scholl e la loro condanna alla ghigliottina.
Un epilogo tragico che non indebolì il messaggio dei giovani, anzi rese ancora più valido il loro motto: "Forti nello spirito, teneri di cuore".
Grazie al ritrovamento negli archivi della Germania Est di documenti inediti (tra cui i verbali degli interrogatori) e a interviste ai testimoni, il regista
ricostruisce - asciugando al massimo gli aspetti finzionali, mettendo in scena azioni e parole reali dei protagonisti - la storia di uno dei pochi
gruppi di ribellione tedeschi, concentrandosi sulla figura carismatica di una ragazza che sfida l'"ingiusta giustizia" di regime per non fare torto
alla sua coscienza e difendere fieramente le sue idee.
L'evidente contrasto tra l'imponenza artificiosa del regime - ben rappresentata dalle sue architetture - e la semplicità dell'atto di lanciare i volantini
sulla folla di studenti durante il cambio dell'ora - che il regista riprende dal basso dandogli una valenza giocosa e liberatoria - è accentuato dall'utilizzo
dello stesso colore rosso che caratterizza i vessilli del nazionalsocialismo nel vestiario di Sophie, dove perde l'impronta roboante a rappresentare il temperamento
pacato di chi sceglie di lottare con le parole anziché con le armi.
Sotto l'egida della cupola dell'università ha inizio l'avventura di Sophie e quella di un tribunale sembra porre la parola fine alla storia.
Ma le fotografie virate in seppia dei protagonisti che ci accolgono nei titoli di coda li riportano in vita con la forza dei loro pensieri, espressa spesso con
l'utilizzo della musica classica.
I primi e primissimi piani della protagonista si susseguono, studiandone il percorso coraggioso verso l'affermazione di sè e l'affrancamento dal ruolo di
sesso debole e il suo epilogo segna la fine della capacità dello spettatore di vedere: "il sole splende ancora", ma la luce di Sophie si è irrimediabilmente spenta.
In alto la locandina del film
Roberta Tocchio
(23 gennaio 2012)
Alcuni diritti riservati
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