Nuova Scena Antica                                                                                                                                                           Women in Art Festival
Magazine Women in Art.it                                      Musica
MUSICA - Biografie

La badessa del Reno
Grande mistica, donna di potere, filosofa, donna di medicina, poetessa, artista e musicista compositrice (forse la prima donna musicista della storia cristiana), cosmologa, naturalista, instancabile organizzatrice e consigliera politica di imperatori. Ildegarda di Bingen, una delle più grandi figure femminili del Medioevo, il cui culto è continuato e continua fino ai nostri giorni.

Hildegard von Bingen "...O uomo, guarda l'uomo, egli contiene in sé il cielo e le altre creature; è una forma e in lui tutte le cose sono implicite..." Hildegard von Bingen

SESTO SAN GIOVANNI - Il periodo medioevale, considerato dagli storici come il più buio per la libertà femminile, fu anche il più fecondo nel dare vita e portare alla luce figure di donne di rilevante spessore intellettuale e politico. Se in quest'epoca ricca di importanti avvenimenti e rivoluzioni di pensiero le donne erano obbligate in matrimoni non scelti, private di qualsiasi potere economico, quasi sempre analfabete, dominate da padri, fratelli e poi mariti-padroni, è pur vero che, in luoghi insospettabili, si misero in evidenza figure femminili di grande valore. Monasteri, conventi, abbazie furono i luoghi in cui molte donne arrivarono ad imporsi in un mondo patriarcale e maschilista.
Qui le donne riuscirono ad accedere al sapere e si dedicarono ad esso: paradossalmente protette dalla clausura monastica, poterono finalmente gestire i propri tempi, i propri spazi, le attività, in maniera del tutto autonoma.
Le badesse amministravano, anche da un punto di vista economico, grandi territori come veri signori feudali. Non va però dimenticato che, come per i matrimoni obbligati, l'accesso alla vita monastica il più delle volte era deciso dai familiari.
I monasteri femminili nacquero già nell'alto Medioevo, infatti la prima fioritura del monachesimo femminile la si può far risalire intorno al VII-VIII secolo con l'arrivo dei Longobardi. Dopo il Mille, l'entusiasmo religioso suscitato dalla riforma della Chiesa, spinse donne di altri ceti sociali a farsi monache.
Col tempo, dai monasteri doppi (ossia con una parte maschile e una femminile) presero vita i monasteri interamente femminili.
Nei secoli XVII e XVIII divennero, pur con tutte le restrizioni imposte dalla vita monastica, luoghi dove le donne riusciranno ad esprimere la propria creatività.
Con questa breve premessa è possibile comprendere la figura della monaca Ildegarda, conosciuta come Santa Ildegarda di Bingen.
Grande mistica, donna di potere, filosofa che riuscì a coniugare fede e scienza; donna di medicina (elabora una concezione della natura come importante alleata per vincere le malattie), poetessa, artista e musicista compositrice (forse la prima donna musicista della storia cristiana), cosmologa e naturalista, instancabile organizzatrice e consigliera politica di imperatori.
Parlando di arte, e nello specifico di musica, è doveroso soffermarci prima di tutto sulla personalità di Ildegarda, che evidenzia tratti e caratteristiche particolari, pur non rappresentando forse un caso unico nella storia, ma sicuramente tra i più significativi.
E' una piccola e timida bimba di otto anni, quando viene portata in convento. A dispetto di una salute assai precaria, Ildegarda si distingue subito per un'intelligenza vivace ed acuta. All'ingresso in convento ha già vissuto molte visioni mistiche, apparse fin dalla più tenera età, che continueranno quasi fino alla morte.
Il suo stesso nome sembra racchiudere il destino di una vita: tradotto letteralmente dal tedesco, significa infatti "colei che è audace in battaglia".
Ultima di dieci fratelli di una nobile famiglia, Ildegarda nasce nel 1098 a Bermersheim vor der Hohe, nell'Assia-Renana. Viene condotta nel convento di Disibodenberg sulle rive del Reno dai genitori Ildeberto e Matilda di Vendersheim.
Pensando in questo modo di proteggerla maggiormente dalle malattie che fino ad allora l'avevano minata duramente, viene affidata alle cure di Jutta di Sponheim, una giovane aristocratica ritiratasi in monastero, divenuta rispettata badessa e ottima educatrice.
Poco più che adolescente, Ildegarda prende i voti dell'ordine benedettino tra il 1112 e il 1115.

Alla morte della badessa Jutta, Ildegarda ne prende il posto, eletta da tutte le consorelle. La sua fama si estende, intreccia relazioni con vescovi, principi, nobili, potenti uomini politici tra cui l'Imperatore Barbarossa.
Con loro ragiona di politica, filosofia, teologia e non mancano neppure i contrasti con il clero della Chiesa cattolica.
Ildegarda, infatti, sostiene una predicazione aperta verso il mondo esterno, a contatto diretto con la realtà, piuttosto che la tradizionale predicazione claustrale insita nel concetto monastico.
Numerose sono le ragazze che bussano alla sua porta per essere accolte, così decide di fondare altri due monasteri: quello di Bingen am Rhein e il vicino di Einbingen.
La badessa ormai controlla un vasto territorio, con un impegno economico che amministra con grande maestria.
Di grande interesse sono gli studi nei quali Ildegarda si cimenta con ottime intuizioni e interessanti approfondimenti: dalla medicina, alla fitoterapia, dalle scienze cosmologiche e naturali all'invenzione di una lingua artificiale (è considerata la protettrice degli esperantisti).
Ma l'aspetto che di lei più ci interessa in questo contesto, sono gli approfondimenti musicali e compositivi, indissolubilmente legati alle visioni mistiche che fin da piccola vive con grande intensità.
Così racconta: "Nel mio quinto anno di vita vidi una luce così grande che la mia anima ne fu scossa, però, per la mia tenera età, non potei parlarne...".
Dalle immagini mistiche che invadono la vita di Ildegarda, e che ella vive anche con grande sofferenza, prende vita il discorso musicale e compositivo.
Ildegarda non ha conoscenze in materia, ma le sue visioni sono spesso accompagnate da una musica celestiale che ella trascrive nel corso delle visioni.
In questo modo compone canti e melodie che, una decina di anni or sono, sono stati riscoperti e rivalutati grazie al movimento New Age e che si possono trovare in parecchie incisioni discografiche.
Questo materiale assume grande importanza, se consideriamo che nasce in un periodo storico in cui i compositori di canto gregoriano erano esclusivamente uomini.
"Armonia celeste e armonia musicale si corrispondono nella visione di Ildegarda. Simphonia è un concetto chiave nell'universo spirituale della monaca, che lo usa per indicare non solo l'armonia dei suoni creati dalle voci e dagli strumenti, ma anche l'armonia celeste e l'armonia intima dell'uomo.
Secondo Ildegarda, l'anima umana è "simphonalis" (sinfonica) e questa caratteristica si esprime sia nell'accordo fra anima e corpo, sia nel fare musica"
(da una ricerca di A. Pirera).
Ne deduciamo che per Ildegarda la musica ha in sé una componente divina, spirituale e allo stesso tempo terrestre, che ella riproduce per mezzo delle voci e degli strumenti. L'uso del canto diviene espressione d'amore per Dio e ricorda la voce angelica dell'uomo che in Paradiso cantava con gli angeli.
I versi e le melodie di Ildegarda risuonano nei monasteri da lei fondati fino a diffondersi in altri monasteri benedettini.
Tutti i lavori musicali sono raccolti sotto il nome di Symphonia harmoniae celestium revelationum, grande opera divisa in due parti: i Carmina (canti) e l'Ordo Virtutum (La schiera delle virtù, opera drammatica musicata).
La personificazione delle virtù, che Ildegarda fa apparire come allegorie che cantano nell'opera musicale, è composta da l'Umiltà, la Carità, il Timor di Dio, la Castità, l'Innocenza, la Misericordia, la Vittoria, la Capacità di distinguere, la Pazienza, la Gioia Celeste, la Misura.
Oltre alle Virtù, prendono vita anche le Pellegrine, le Anime Felici, l'Anima Infelice, il Diavolo, il Disprezzo del Mondo e la Smania di Divertirsi.
Con la composizione Ordo Virtutum assistiamo probabilmente alla prima sacra rappresentazione della cultura europea, giunta a noi sotto forma scritta.
L'idea di Ildegarda è di rappresentare quanto le forze divine aiutino l'anima umana coinvolgendola in una piena collaborazione con Dio, ma facendo attenzione a Lucifero, sempre in agguato, pronto a spezzare questa unione.
Se l'anima ascolta il Diavolo, può soccombere e quindi deve recarsi da Dio per chiedere aiuto e perdono.
Ildegarda muore nel 1179. Da allora è venerata come Santa dalla Chiesa cattolica, nonostante il suo processo di canonizzazione non si sia mai completato.
Il culto è continuato e continua fino ai nostri giorni: nel 1921 è nata in Germania la congregazione delle Suore di Santa Ildegarda.
La figura di Ildegarda è molto conosciuta e ha sempre riscosso grande interesse soprattutto per la sua complessa personalità, oltre che per gli studi condotti nel corso della vita. Anche papa Giovanni Paolo II ne rimase affascinato e, in occasione del 800° anniversario della morte di Ildegarda, le dedicò una lettera in cui esaltava le grandi doti di donna di cultura, di scienza e di fede, forte ed esemplare.

Note
Fonti ad opera di A. Pirera, F. Santucci, D. Agasso.
Molte sono le opere sulla figura di Ildegarda. Segnalo in particolare il film di M. von Trotta "Vision", in cui l'attrice Barbara Sukova interpreta il ruolo di Ildegarda di Bingen.
Brani di Ildegarda tratti dai suoi scritti musicali reperibili su Youtube.

Paola Marino
(27 febbraio 2012)


commons Alcuni diritti riservati
.