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Il dubbio di Meryl
Tra le migliori interpretazioni della grande attrice statunitense è sicuramente da annoverarsi la pellicola poco conosciuta di John Patrick
Shanley, che ci mostra la vita di Sorella Aloysius, la preside di una scuola privata cattolica del Bronx nel 1964, i cui metodi educativi portano
ancora i segni di una rigidità che sta per essere spazzata via dalla rivoluzione culturale sessantottina.
RHO - La corsa per gli Oscar avrà fine il 26 febbraio con l'assegnazione delle statuette e Meryl Streep è la candidata favorita come Miglior Attrice Protagonista
per "The Iron Lady".
Quello dell'ex Primo Ministro inglese Margaret Thatcher non è tuttavia il primo ruolo che la vede nei panni di una "lady di ferro" che ha il coraggio
di sfidare un mondo dominato dagli uomini: la sua interpretazione di Sorella Aloysius nel film drammatico "Il dubbio" è tra le migliori della grande attrice statunitense.
Sorella Aloysius (Meryl Streep) è la preside di una scuola privata cattolica del Bronx.
Siamo nel 1964 e il suo metodo di educazione porta ancora i segni di una rigidità che sta per essere spazzata via dalla rivoluzione culturale sessantottina.
Padre Flynn (Philip Seymour Hoffman), sacerdote e insegnante della scuola, ha un approccio opposto: moderno, progressista, aperto al dialogo con gli studenti.
Alla classe di Sorella James (Amy Adams), giovane insegnante dal carattere affettuoso e dai modi gentili, viene assegnato il primo studente di colore
della scuola, Donald Miller.
Il ragazzo ha problemi a socializzare con i compagni, ma con Padre Flynn nasce presto una complicità che insospettisce sorella James e si fa certezza in
Sorella Aloysius: il religioso ha comportamenti morbosi nei confronti dei suoi studenti.
Lo scontro tra le due personalità forti è inevitabile e a farne le spese sarà anche l'atteggiamento di Sorella James con i suoi alunni.
Il personaggio di Sorella Aloysius incute terrore fin dalla sua prima apparizione: con quella cuffia che nasconde il volto, cammina accanto agli alunni che
ne percepiscono la minacciosa presenza e solo al momento di riprendere il più discolo della classe ci viene svelata la faccia.
Allo stesso modo è inquietante la sua immagine riflessa nella finestra che ci fa presagire cattive notizie: "Il mastino è affamato",
commenta Padre Flynn con Sorella James.
E quest'ultima sembra quasi cambiare idea in merito alla citazione di Roosevelt "L'unica cosa di cui avere paura è la paura stessa"
quando la preside è nella sua classe. Sorella Aloysius si paragona al "gatto" che deve acciuffare il "topo" Padre Flynn e lo fa con un interrogatorio in
piena regola, dove la luce del sole, che repentinamente entra dalla finestra, sostituisce la luce puntata in faccia all'indagato negli interrogatori classici.
Sorella Aloysius è un personaggio che incute lo stesso timore reverenziale che la Chiesa ha suscitato per secoli, ne è consapevole e compiaciuta: è evidente
quando consiglia a Sorella James di appendere una foto del Papa (peraltro non il Papa del concilio Giovanni XXIII né il contemporaneo Paolo VI, ma il
contestato e antiquato Pio XII) per dare agli studenti l'impressione di "avere gli occhi anche dietro".
La Chiesa è sempre ritratta con imponenza e distacco, con l'edificio inquadrato spesso dall'alto della navata.
Sarà Padre Flynn a rompere il divario con i parrocchiani, aprendo il cancelletto e andando a stringere ogni mano, mentre è interesse di Sorella Aloysius
mantenere le distanze e salvare ogni apparenza di austerità. Tuttavia, la religiosa è al contempo un personaggio anarchico perchè odia la gerarchia che la
costringe a sottostare agli uomini, malsopporta gli atteggiamenti prevaricatori di Padre Flynn - che, convocato a colloquio, si siede al suo posto
alla scrivania - ed è disposta a tutto pur di avere la meglio su di lui - nemmeno l'appello della madre di Donald Miller (interpretata dalla splendida
Viola Davis, attualmente rivale agli Oscar della Streep) è sufficiente a farla desistere.
"Doubt" è il titolo originale del film. Dubbio. "Il dubbio può essere una grandissima forza unificante, al pari della certezza",
sentenza Padre Flynn durante il sermone con cui si apre il film.
Il dubbio paralizza la mente con un'idea fissa e questo non vale soltanto per Sorella Aloysius ma anche per Sorella James, che è un po' l'alter ego
dello spettatore.
Un film dall'impianto classico, che il regista John Patrick Shanley ha adattato per il grande schermo dal suo omonimo dramma (vincitore del Premio Pulitzer nel 2005),
utilizzando uno stile asciutto in cui le inquadrature storte, minacciosamente espressive, sono l'unico strappo alla consuetudine.
Anche per non rischiare l'effetto teatrale, Shanley si affida ad un cast d'eccezione in cui svettano nomi assidui frequentatori della notte degli
Oscar (anche se la pellicola, forte di 5 nomination, non ne vinse nessuno).
Un film che sfugge al rischio del richiamo all'attualità, attraverso una contestualizzazione ben precisa e la mancanza di una conferma di colpevolezza.
Ci si limita al dubbio, che si insinua in ogni dove come le metaforiche piume del sermone di Padre Flynn (anche se l'insistenza di uno sguardo dall'alto in
canonica attraverso una vetrata dove è ritratto l'occhio di Dio insospettiscono parecchio).
"Il dubbio" ha già portato Meryl Streep alla nomination all'Oscar, poi assegnato a Kate Winslet per "The Reader".
Ce la farà questa volta a trionfare? Lo speriamo, anche perché nonostante 17 nomination - che le fanno detenere il record di candidature agli Oscar - la sua
ultima vittoria risale al 1983 per "La scelta di Sophie".
Teniamo dunque le dita incrociate per questa attrice straordinaria che il 14 febbraio ha ricevuto un altro riconoscimento della sua bravura con il premio
alla carriera al sessantaduesimo Festival di Berlino.
In alto, Meryl Streep in un'immagine del film "Il dubbio" di John Patrick Shanley
Roberta Tocchio
(20 febbraio 2012)
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