Danza
DANZA
Dasa Grgic: identità in continuo divenire
Il corpo con la sua capacità drammaturgica istintiva di esprimere ciò che nasce dalla qualità di pensiero fisico in cui
la mente risiede. La diversità, intesa come identità, ricchezza, opportunità e punto di forza per sviluppare una propria visione di bellezza,
quella perfetta nella sua imperfezione. Sono i cardini del pensiero in danza di Dasa Grgic.
TRIESTE - Danzatrice, coreografa e insegnante di danza contemporanea, Dasa Grgic vive a Trieste e appartiene
alla comunità slovena. Una terra da sempre crocevia di culture, che forse ha indirettamente influenzato il suo approccio aperto, curioso e
interdisciplinare di rapportarsi al linguaggio fisico del corpo, più interessata a ciò che costruisce quella "particolare presenza scenica"
che alla forma in se stessa. L'abbiamo intervistata per conoscerla più da vicino.
Quando e come hai scoperto il linguaggio della danza? Come si è evoluto nel tempo il tuo percorso artistico?
D.G.: E' stato quando ho avuto modo di collaborare alla piece teatrale Nozze di Sangue per la regia di Damir Zlatar Frey,
autore di opere riconoscibili per la loro forte espressività corporea e dove spesso le parole non bastano. In questa
occasione ho scoperto il linguaggio della danza nelle sue più svariate declinazioni, inteso come arte teatrale e performativa.
Ho iniziato un percorso formativo con la Compagnia Arearea di Udine, dove ho potuto riconsiderare la danza come forma d'arte e come strumento
per esprimere e raccontare attraverso il linguaggio del corpo. Ma il momento più importante del mio percorso artistico è stato sicuramente
l'incontro con la grande maestra Carolyn Carlson che mi ha aperto una nuova visione nella danza e da qui in poi è stata una continua
ricerca verso un personale approccio nella coreografia e nell'insegnamento. Il mio percorso artistico ha preso la strada verso
la comprensione di come va vissuto il movimento: in modo totalizzante, a livello fisico, mentale ed emotivo.
Questo concetto accompagna il mio modo di essere, mi sostiene nel costruirmi giorno dopo giorno un'identità che è in
continuo divenire.
Le tue esperienze oltre i confini in che modo hanno contribuito e contribuiscono a costruire la tua identità? Che cosa significa "identità" per Dasa?
D.G.: L'identità è diversità. E' ciò che ci identifica nell'essere diversi. Ed è molto fragile. Sembra che ogni giorno dovremmo
dedicarci all'identità per tentare di dare un giusto equilibrio alla moltitudine di personalità che portiamo dentro di noi. L'identità non è
legata solo al territorio, alla lingua, alla cultura, alla politica, al sesso, ma anche e soprattutto alle proprie esperienze che definiscono
la nostra personalità e s'inscrivono nella memoria del corpo. Ogni esperienza è come una voce che risuona diversamente, si riflette nel
modo di muoversi, e ogni forma del corpo è unica, preziosa, perché irripetibile. Nell'assolo BodyunTitled ho affrontato il tema dell'identità
attraverso la corporeità e la sua ambivalenza: un corpo ambivalente che mostra diverse facce, un corpo con significati multipli in cui l'identità
continua a fluire. Nell'introduzione hai ricordato che appartengo alla comunità slovena in Italia, ma prima di ciò, appartengo ad una
comunità umana, che persegue valori ed esigenze che sono propri della vita comune. Appartenere alla comunità slovena in Italia
rappresenta una specificità, e per me sicuramente una ricchezza, che mi permette di vivere il mondo sloveno oltre confine come
parte integrante del mio essere.
Quando un gesto si fa danza? Che cosa ti interessa, che cosa ti nutre, che cosa guida l'ideazione dei tuoi progetti oggi?
D.G.: Un gesto si fa danza quando consapevolmente lo decido e, attraverso l'osservazione critica, so apprezzarlo come gesto danzato.
Un gioco del corpo in movimento che rimanda a suggestioni ed immagini che si creano con l'uso dell'energia e l'intensità di cui un gesto danzato
ha bisogno e che anticipa o asseconda il pensiero.
Mi interessa il corpo con la sua capacità drammaturgica istintiva di esprimere ciò che nasce dalla qualità di pensiero fisico in cui la
mente risiede. Pertanto cerco di affidarmi al corpo e ai suoi possibili significati. L'ideazione dei miei progetti parte quasi sempre
dai contrasti: questo mi permette di provare a far emergere un conflitto costruttivo che spinge ad accettare le diversità. Ed è proprio
in questa diversità che forse risiede la libertà, cercando di rinunciare a privilegiare un mondo rispetto all'altro. Di tutto ciò mi nutro.
Questo numero de I QUADERNI di Nuova Scena Antica inaugura il tema delle culture e diverse forme espressive, di confini,
radici e origine. Che cosa pensi come donna e come artista della diversità? Se siamo in molti a considerarla un valore, come mai risulta così
difficile da accettare socialmente?
D.G.: La diversità non è un limite ma è libertà di pensiero, ricchezza, opportunità. Trovo che la diversità sia un punto di forza
da dove poter sviluppare una propria visione di bellezza, quella perfetta nella sua imperfezione. La danza mi permette di esprimere appieno
questo concetto. Viviamo in una società che ci impone dei modelli, una società basata sulla paura e su stereotipi che inconsciamente ci
spingono a non accettare l'altro, creando odio e intolleranza. Ma ci scordiamo che siamo noi a dare significato ai valori, quindi è
nostra responsabilità sviluppare una capacità di ascolto, di accettazione e di dialogo, accogliendo le diverse comunità.
L'accettazione stessa è una forma d'arte.
Grazie, Dasa.
Dasa Grgic è danzatrice, coreografa, danzeducatore® e insegnante di danza contemporanea. Ha concluso la formazione biennale di insegnante
della tecnica Nikolais (NLTTCP) a Firenze, il Corso Nazionale per danzeducatori® al Mousikè di Bologna e presso l'AED di Livorno il corso
di specializzazione per insegnante di danza contemporanea. Ha approfondito i suoi studi sotto la guida della coreografa Carolyn Carlson a Parigi.
Ha collaborato come danzatrice con il Teatro Stabile Sloveno di Trieste e la Compagnia Arearea di Udine, danzando in diversi spettacoli.
Insegna in diverse scuole pubbliche e private, campus estivi e workshop internazionali.
Il suo ultimo progetto BodyunTitled - che comprende un assolo, un cortometraggio e un laboratorio "body identity" - è stato ospite
del prestigioso festival June Events diretto da Carolyn Carlson a Parigi al Theatre du Soleil, Cartoucherie. Presentato in
diversi festival ed eventi (in Italia, in India, a Düsseldorf, Londra, Parigi, Lisbona, Buenos Aires, Helsinki, San Francisco, Wuppertal, Atene),
il progetto ha vinto il primo premio al 9° Festival Internazionale di danza SidebySide, piattaforma per danzatori freelance ed è stato
presentato al Tanzhaus Nrw Düsseldorf.
Collabora spesso con attori, musicisti, registi, video-artist e ricerca un rapporto personale con la danza. Nel 2014 riceve dal Fondo Pubblico
per le Attività Culturali della Repubblica Slovena il riconoscimento speciale listina Mete Vidmar per la sua attività di danza nell'ambito
pedagogico ed artistico.
https://www.facebook.com/dasa.grgic
http://www.journal-laterrasse.fr/danser-pour-ouvrir-la-perception/
http://www.konradnews.org/wp-content/uploads/2016/09/konrad-220_web.pdf
http://www.parada-plesa.si/?Id=360_stopinj&View=novica&novicaID=2374#.V_o_oMlk0s4
http://www.primorski.it/stories/kultura/240478_daa_grgi_in_ples_kot_svoboda/#.V_pArclk0s4
In alto nell'ordine, "BodyunTitled" photo by Luca Quaia, Dasa Grgic photo by Yoshimi Yokoyama, e "Portrait" photo by Luca Quaia.
Daniela Bestetti
da I QUADERNI di Nuova Scena Antica
Anno 8 Numero 3
(26 ottobre 2016)
Alcuni diritti riservati
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