Teatro
TEATRO
Crexida e Fienile Fluò, un luogo dove creare, condividere, incontrare
In un antico fienile restaurato nei colli bolognesi, Fienile Fluò apre le porte per offrire appuntamenti
con arte, cultura, natura, accompagnati da una cucina genuina che segue il ciclo delle stagioni. Un luogo suggestivo e unico,
dove l'associazione culturale Crexida, inspirata dal sogno di Angelica Zanardi, ha trasferito dal 2008 la sua attività di creazione
e produzione di spettacoli teatrali, rassegne e residenze creative.
BOLOGNA - "Si deve rimanere fedeli a se stessi, consapevoli tuttavia che la verità è sempre altrove. Per questa ragione si è
in grado di apprezzare la possibilità di essere con se stessi e di là da se stessi, e costatare che questo movimento tra interno ed esterno
cresce attraverso lo scambio con gli altri ed è alla base di quella visione stereoscopica della vita che il teatro può far nascere".
Con questa frase di Peter Brook, bussiamo alla porta della compagnia teatrale Crexida per entrare nel loro mondo e in un luogo speciale
sulle colline bolognesi.
Come nasce Crexida? Che tipo di linguaggio scenico utilizza e che rapporto con il pubblico tende a privilegiare?
AZ: Crexida è nata nel 2004 dal mio desiderio di sviluppare e intraprendere un percorso artistico autonomo dopo aver
lavorato come attrice con diversi registi e compagnie teatrali. Gli spettacoli che ho creato in questi dieci anni sono nati prevalentemente
a partire dall'adattamento di testi contemporanei non teatrali e più di recente si sono orientati alla creazione di una drammaturgia originale
(di cui sono stata autrice o coautrice), legata a temi ispirati dal confronto con la contemporaneità. Accanto ad una specifica attenzione
verso il testo e la parola e alla conseguente centralità del ruolo dell'attore, il nostro lavoro si muove alla ricerca di una qualità e
intensità visiva degli spettacoli, che spesso si avvale dell'utilizzo di tecnologie video. Il rapporto con il pubblico, fondamentale a
mio avviso in ogni lavoro teatrale, si realizza nel nostro teatro in modalità differenti a seconda degli spettacoli, ma sempre con
l'obiettivo di coinvolgerlo a più livelli - intellettuale, emotivo, estetico - anche riducendo o eliminando la distanza fisica tra
scena e platea, in occasione di allestimenti in spazi non tradizionali.
Ad un certo punto del vostro percorso il Fienile Fluò diventa la vostra "casa". Che cosa ha cambiato questo
luogo nel vostro fare teatro? Che cosa lo rende unico? Che cosa significa lavorare in uno spazio non convenzionale?
AZ: Iniziare l'avventura di Fienile Fluò ha significato tante cose. Prima di tutto trovare uno spazio dove ideare e
produrre il nostro lavoro, costruire una "casa" appunto, dove mettere radici in un luogo abbastanza unico, immerso nella natura dei colli bolognesi.
Fienile Fluò è un antico fienile restaurato che abbiamo pensato e sognato come contenitore e propulsore di molte attività:
un luogo dove creare arte, condividerla, incontrarla, uno spazio dove trascorrere anche momenti di relax e convivialità, dove
assaporare piatti preparati con materie prime del territorio e il vino dei nostri vigneti. Questo progetto, molto ambizioso e complesso,
ci ha messo di fronte a numerose sfide e possibilità, spingendoci anche a condividere lo spazio con altri artisti (del territorio e non),
che regolarmente svolgono qui periodi di prove e residenze, dandoci così la possibilità di incontrare, conoscere ed aprirci a possibilità
di collaborazione, cosa che ritengo importantissima e fondante nel nostro percorso artistico e creativo. Un altro aspetto
del nostro lavoro qui è legato alla programmazione di eventi culturali (spettacoli teatrali, concerti, rassegne di cinema, laboratori e molto altro),
attività che ci impegna, non senza sforzi e difficoltà, nel tentativo di coinvolgere ed interessare un pubblico sempre più ampio,
fornendoci al tempo stesso lo stimolo per creare progetti di spettacolo site specific, pensati proprio per questo luogo e per valorizzarne
le potenzialità e specificità. In questo senso, un'esperienza particolarmente interessante e riuscita è stata quella di Appunti sull'erba, uno
spettacolo itinerante di teatro e danza all'aperto, che abbiamo realizzato e ambientato nei campi, prati, boschetti e giardini che circondano
Fienile Fluò.
Rosaesagerata e Fienile Fluò sono i progetti culturali e le rassegne che avete curato e curate da anni.
In cosa differiscono e che cosa vi lasciano queste esperienze?
AZ: Rosaesagerata è una rassegna di teatro dedicata alla creatività femminile, mentre la direzione artistica di Fienile Fluò è un
progetto più complesso e articolato, che prima ho tentato di descrivere nelle sue diverse sfaccettature e ambiti di azione.
Entrambe le esperienze ci hanno offerto e offrono la preziosa possibilità di condividere il nostro percorso con quello di altri artisti.
Questo numero de I QUADERNI di Nuova Scena Antica è dedicato al rapporto con l'arte da parte di chi la fa e di chi la fruisce.
In che cosa consiste per voi questo "incontro"? E' davvero possibile realizzarlo? Quali sono gli ingredienti nella vostra esperienza che lo
possono favorire?
AZ: Credo fortemente nelle possibilità di comunicazione tra le persone e nelle straordinarie potenzialità
dell'arte di trasmettere idee ed emozioni, stimolare pensieri e piccole o grandi rivoluzioni interiori...
Altrimenti non farei quello che faccio! La cosa che mi sembra più difficile oggi è riuscire ad avvicinare le persone, portarle a teatro,
al cinema, ad una mostra, ma credo altrettanto fortemente nelle enormi potenzialità di questo scambio e nell'incontro tra artista e pubblico.
Ed è proprio in questo contatto magico e potentissimo che è racchiuso secondo me il senso e il fine del nostro lavoro: nell'ascolto di
una parola, di un pensiero, di un suono che altrimenti non avrebbero voce; nello sguardo posato su un'immagine, che altrimenti
scomparirebbe senza la possibilità di essere vista.
Perché questa comunicazione avvenga, è necessario, credo, da parte dell'artista uno sguardo aperto verso il mondo e la volontà di
creare qualcosa in grado di parlare e "toccare" gli altri, anche in modi e con esiti molto diversi.
Grazie, Angelica.
Crexida nasce nel 2003 dal desiderio dell'attrice Angelica Zanardi di avviare un percorso artistico autonomo. Crexida è impegnata
nella creazione e produzione di spettacoli teatrali, nell'organizzazione di eventi culturali e nella formazione.
Ha ideato e prodotto gli spettacoli: Dido. La tragedia di Didone, Regina di Cartagine (2004), Persefone (2005), Le ore piccole (2006),
Buchi nel cuore (2008), Caramelle (2009), Appunti sull'erba (2011 e 2012), Le ricette del buonumore (2012), VoyageErotique (2013),
Eden. Un'ipotesi di felicità (2012/13).
Ha ideato e realizzato nella città di Bologna la rassegna di teatro al femminile Rosaesagerata (prima edizione Estate 2006, seconda edizione Maggio 2008).
Nel 2007 Crexida trova la sua sede in uno spazio sui colli bolognesi, Fienile Fluò, un antico fienile restaurato che ospita la
creazione degli spettacoli della compagnia e progetta un'attività culturale di scambio e confronto artistico, un luogo aperto alla collaborazione
e all'ospitalità di altre realtà artistiche, in ambito locale, nazionale ed internazionale.
Per approfondimenti:
www.crexida.it
www.fienilefluo.it
Nelle foto nell'ordine, Angelica Zanardi in "Appunti sull'erba" e Angelica Zanardi e Filippo Pagotto in "Eden.
Un'ipotesi di felicità" foto Feresh Bottega di Immagini.
Daniela Bestetti
Intervista tratta da I QUADERNI di Nuova Scena Antica
Anno 6 Numero 3 (01.10.2014)
Alcuni diritti riservati
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