Nuova Scena Antica                                                                                                                                                           Women in Art Festival
Magazine Women in Art.it                            Psiche e Donna
Psiche e Donna

5 cose che si possono imparare vivendo su un'isola
Ci sono luoghi che aiutano a vedere le cose diversamente, che ci trasformano, impartendo lezioni indimenticabili che ci spingono in nuove direzioni per rivedere posizioni, riconsiderare i bisogni, sentire la Natura, imparando ad amarci ed amare al di là delle illusioni del mondo.


CIUTADELLA DE MENORCA - A volte le nostre vite prendono improvvise svolte tanto inaspettate quanto imprevedibili. Ci si trova a scegliere e a prendere decisioni che apporteranno grossi cambiamenti e grandi lezioni in questo cammino straordinario che è la vita. E' ciò che è accaduto anche a me due anni fa, quando, nel giro di pochi mesi, mi sono trasferita con il mio compagno da una grande metropoli per andare a vivere su una piccola isola del Mediterraneo. Dal giorno in cui ho posato i piedi su questa nuova terra, mi sono sentita stranamente a casa. Al contempo sono finita nell'occhio di un ciclone, che ancora non ha calmato la sua furia per insegnarmi a vivere.
Ogni esperienza è davvero unica, quindi vi invito a leggere questo articolo e i racconti di altre persone che hanno esperienze affini, conservando una mente aperta, al riparo da classificazioni e pregiudizi. Fate tesoro di tutto il materiale che persone con un vissuto che a voi interessa possono fornirvi, ricordando sempre che la vostra avventura sarà solo vostra, unica ed irripetibile.
Il cambiamento che si vive nel trasferirsi da una grande metropoli su di un'isola è profondo. Elencare e descrivere tutto ciò che si trasforma nelle piccole cose quotidiane sarebbe davvero un lungo lavoro. Indubbiamente ci sono numerosi aneddoti divertenti, come lo spavento vissuto le prime volte che si rifletteva sulle pareti di casa l'ombra di un gabbiano in volo, che mi induceva a credere che un condor stesse per entrare dalla finestra. O la prima notte di una vera tempesta sul mare, che mi fece addormentare credendo di risvegliarmi dispersa in qualche parte dell'Oceano Atlantico. Vivere su un'isola trasforma poco a poco, rafforza e impartisce molte lezioni, alcune delle quali desidero condividere affinché possiamo tutti trarne ispirazione per la nostra crescita interiore.
La prima cosa che mi ha insegnato questo luogo è che non puoi ingannare Madre Natura. La Natura ci conosce e non le importa molto degli orpelli e delle maschere che indossiamo abitualmente in società. La Natura è schietta, trasparente, sincera, e sorride, forse, mentre ci invita a svestirci di tutte le protezioni per ritrovarci fragili e nudi di fronte a lei. Se però si ha la forza e l'umiltà di abbandonarsi così come realmente siamo, ci sentiremo amati, accolti e accettati, proprio come una buona madre sa fare. Un insegnamento prezioso, che mi è arrivato tramite il mio stesso approccio con l'isola, su cui sono approdata con tutto il mio bagaglio di vestiti alla moda, occhiali da sole firmati, make-up, piastre, arriccia capelli, smalto impeccabile sulle unghie e scarpe con il tacco. Nel giro di poche settimane le rocce mi avevano rotto le unghie, il vento aveva con successo disfatto le mie migliori messe in piega e fatto lacrimare gli occhi al punto che il make-up era diventato un optional. Poco a poco la Natura mi toglieva i miei nascondigli, mi smascherava al di là delle mie false sicurezze. Il culmine di questo insegnamento giunse il giorno in cui un caldo torrido mi portò a desiderare un bagno in mare più di ogni altra cosa. Solitamente quando andavo in ferie portavo una valigia, di cui almeno la metà era colma di parei e costumi da bagno da urlo. Quel giorno non ne avevo neanche uno, la spiaggia era deserta, e decisi di fare il bagno comunque. Mi sentii a disagio, con il mio corpo imperfetto e il timore di mostrarmi così com'ero, ma capii che dovevo attraversare quell'esperienza e fu profondamente commovente essere accolta dall'acqua quasi come fosse un ritorno al grembo materno. Alla Natura non importa che il nostro corpo sia perfetto o che indossiamo costumi alla moda; alla Natura importa accoglierci e desidera che impariamo ad ascoltarla, amarla e rispettarla come merita.
La seconda cosa che mi ha insegnato questa terra ha molto a che fare col mondo femminile e le sue fragilità. Proprio per il fatto che questa è un'isola particolarmente selvaggia, molti isolani stanno nudi sulle spiagge. Un giorno ero seduta sulle rocce in un pomeriggio assolato e intorno c'erano donne di tutti i tipi: alte, basse, magre, rotonde, con seni piccoli e magri o formosi, con nasi dritti, piccoli, grossi o curvi, con bocche sottili o carnose. Mi sconvolse osservare che erano tutte belle, ognuna a modo proprio. Provai a fare un gioco, immaginando il naso di una sul viso di un'altra o i capelli di una sulla testa di un'altra, ma non funzionava. Erano perfette così com'erano! Ciò che più mi aveva colpito erano i loro occhi e i sorrisi. Gli occhi di quelle donne erano trasparenti, liberi, raccontavano delle loro vite e delle loro fragilità, ma anche della loro forza. I loro sorrisi erano veri, brillanti, trasmettevano sincerità, spontaneità e una bellezza che nessun make-up può donare. Mi auguro che ogni donna possa comprendere questa esperienza e sfuggire dalla falsa immagine di perfezione che i media vogliono imporre alla figura femminile e con la quale ci hanno condizionato. Noi siamo con tutte le nostre imperfezioni così come siamo state create, e per quanto un bel vestito, un buon profumo e un trucco sofisticato possano aggiungere charme ai nostri corpi, niente è più bello e seducente del nostro sguardo e del nostro sorriso in un pomeriggio di sole.
Un'altra perla di saggezza che mi ha donato l'isola è che la vita ci può picchiare e picchiare duro, ma non è importante saper colpire anche noi, quanto essere bravi a resistere ai colpi. Qui c'è un tipo di albero che si chiama ullastre: somiglia a un ulivo e la sua particolarità è che, essendo costantemente battuto dai forti venti di Tramontana, cresce in orizzontale rispetto al suolo. Osservare questi alberi in un momento di contemplazione aiuta a ricordare che, per quanto possa essere forte e violento il vento, se sapremo piegarci per assecondarlo non ci spezzeremo.
Una scoperta ancora per cui ringrazio questo luogo magico è che non abbiamo davvero bisogno di tutto ciò che compriamo. Certo è gratificante regalarci cose che ci piacciono, ma per chi vive in grandi città spesso lo shopping diventa compulsivo, uno stimolo per sentirsi soddisfatti, e, ovviamente, quando l'effetto novità sfuma, ci si ritrova a nutrire quel bisogno di auto gratificazione. Quante volte mi è capitato di fissare un armadio colmo, disperandomi perché non avevo niente da mettere! Vivendo qui non solo spendo meno della metà di quanto spendevo in città, ma ho anche sviluppato un profondo desiderio di inventare e creare con le mie mani, di usare materiali di recupero per costruire qualcosa che doni loro una nuova vita, con in più la grande soddisfazione di sapere che quel mobile o quel vestito sono davvero pezzi unici.
Le cose che imparo ogni giorno qui non smettono di sorprendermi, ma concludo con quella che per me è stata la lezione più bella: dobbiamo imparare ad amare al di là delle illusioni del mondo. Uso il verbo "dovere" (di cui non sono una grande estimatrice) perché trovo che in questo caso metta di fronte ad una grande responsabilità dell'essere umano, che troppo spesso tendiamo a dimenticare: imparare ad amare. Siamo vittime della fretta, dello stress, di una fase consumistica e di sovrapproduzione che il mondo sta vivendo, ma dobbiamo ricordare l'importanza di amare. Al di là delle prime seduzioni o dei colpi di fulmine, dobbiamo imparare ad amare quando tutto va storto, quando niente è come avevamo previsto o sognato. E' troppo facile pretendere che gli altri ci rendano felici o che la vita stessa ci renda felici. La nostra felicità dipende solo da noi stessi. Dobbiamo imparare a non restare indifferenti davanti a un atto di incoscienza, non per dimostrare che siamo bravi, ma per accorgerci di ciò che ci circonda e di tutte le occasioni che la vita ci offre per imparare a crescere. Dobbiamo imparare ad attraversare le nostre paure e superarle, senza mai accanirci sul prossimo, perché tutti siamo in viaggio. Dobbiamo imparare perché un'isola mi ha insegnato che ci sono momenti troppo preziosi per essere ignorati, come il sole che tramonta, la luna che sorge, un vitello che nasce, un cavallo che corre nel vento, un'onda che spinta dal vento si infrange su rocce millenarie, che sono ancora qui e continuano ad essere testimoni del cammino dell'uomo. Tutte le volte che possiamo, proviamo a non dare nulla per scontato, a stare accanto a un marito, un genitore o un figlio e in silenzio guardarci semplicemente negli occhi e ricordare. Ricordarci di amare.


Foto di Simone Fassina

Monica Bianchini
(2 maggio 2016)



commons Alcuni diritti riservati
.